«Mi piace pensare che attraverso la mia tecnica Frozen si possano bloccare per l’eternità un’immagine, un volto, un pensiero, le emozioni, la bellezza. E proprio la bellezza mi affascina, la bellezza e la magia di un momento, la felicità, l’attimo. Mi piace credere che queste immagini rimangano ibernate nel tempo per migliaia di anni, forse per sempre».
Con queste semplici ma significative parole, Omar Ronda (1947/2017) ci introduce alla tecnica Frozen, da lui ideata all’inizio degli anni novanta e perfezionata nel corso di questi anni con la realizzazione di numerose serie, dai Frozen Portraits alle Mutazioni Genetiche, per rammentarci il valore universale e multiforme della bellezza, che l’artista biellese persegue e cerca di preservare, come un mito eterno, attraverso un processo di ibernazione. I Frozen scaturiscono dall’attrazione giovanile che Ronda provava per le pozzanghere ghiacciate, in cui vari elementi naturali – come foglie, rami, insetti – rimanevano catturati dal gelo.
Nel 1990 la “scoperta” delle materie plastiche, colorate, infinitamente versatili e – soprattutto – manipolabili, condusse l’artista alla creazione dei primi Frozen. Lavori composti da un materiale trasparente, una sorta di plasti-ghiaccio, che permetteva di intrappolare le immagini, e le emozioni da esse suscitate, per sempre nel tempo.Sotto le plastiche traslucide e dalle varie tonalità cromatiche, l’artista può ora racchiudere oggetti, simboli (come le stelle), fotografie e immagini. Elementi che, accostati tutti insieme, definiscono un’icona. Omar Ronda, ispirandosi in parte a ciò che già facevano i maestri della Pop Art, sceglie i soggetti delle sue rappresentazioni dal grande repertorio dei miti moderni: le icone di Hollywood, del cinema e della televisione. Divinità contemporanee, “eroi” della mitografia moderna, che Ronda celebra ed esalta, estrapolandole dall’incessante flusso mass-mediatico, rendendole imperiture e nobilitandole. Ed è proprio qui, attraverso le immagini di Marilyn Monroe (protagonista indiscussa nell’immaginario dell’artista), di Brigitte Bardot, di Elizabeth Taylor, di Audrey Hepburn – e così via – che giungiamo alla bellezza, alla sua rappresentazione iconografica e alle emozioni che essa può far scaturire.
La serie Ferrari Frozen Forever, che Omar Ronda presenta per la prima volta in occasione della mostra al Museo Ferrari di Maranello nel Febbraio 2017, ultima mostra realizzata dall’artista ancora vivente, rappresenta una piccola e interessante svolta all’interno della sua articolata ricerca espressiva. Mai prima d’ora, infatti, Ronda si era servito di elementi iconografici relativi al mondo dell’automobilismo, né tantomeno aveva “decantato” il mezzo meccanico, l’automobile. Lo fa rivolgendo lo sguardo alla Ferrari, l’auto più ambita in assoluto, la vettura da corsa e di lusso che ognuno vorrebbe possedere, orgoglio tecnologico-ingegneristico italiano nel mondo; in poche parole, un’opera d’arte su quattro ruote.
Così come i volti delle stelle del cinema hanno incantato e trasmesso forti sentimenti a generazioni di spettatori, così i profili, le linee delle rosse autovetture di Maranello hanno affascinato e suscitato grandi emozioni, tanto da divenire veri e propri simulacri di bellezza.