Alessio Ceruti, in arte ALCE, nasce a Varese nel 1980. La sua formazione inizia nel 1994 nell’azienda paterna dove apprende i primi rudimenti collaborando alla finitura di opere scultoree di grandi artisti tra cui Michelangelo Pistoletto e Not Vital.
Questa esperienza matura in lui la voglia di fare arte e comunicare il suo sentire con un linguaggio proprio, concentrandosi nello studio e nell’utilizzo di metalli e di materiali riciclati portando avanti ricerche e sperimentazioni in pittura e scultura.Nel 2010 decide un cambio di vita e si trasferisce in Indonesia, sull’isola di Bali, dove incontra e si confronta con artisti locali e internazionali, approfondendo la conoscenza dell'arte contemporanea. Predilige terre e materiali naturali con cui gioca erodendo le superfici delle opere, affascinato dal loro cambiamento nel tempo e dal gioco alchemico dei materiali.
La permanenza nel sud-est asiatico lo porta anche a Singapore, dove espone i primi artwork allo I.E.C di Malacca (Malesia) e successivamente a Shangai. Al suo rientro in Italia si concentra sul tema del Cambiamento, inteso anche come cambiamento climatico, un tema ecologico qunto mai attuale che lo coinvolge molto. Lavora poi sulla trasformazione e dissolvenza della materia esponendo le prime opere nella mostra personale WHAT-ER acque acide, curata da Alberto Moioli. Negli anni successivi continua a sviluppare lo stesso concept, concentrandosi anche sulla genetica e la fisica quantistica, sperimentando nuove tecniche e materiali come plexiglass e acciaio inox, creando installazioni site-specific in gallerie e spazi pubblici integrando i suoi lavori con luci, suoni e proiezioni.
Proprio per il concept, i materiali e le tecniche usate, il lavoro di Ceruti è difficilmente etichettabile ed ascrivibile ad una sola disciplina artistica, sia essa pittura, scultura, installazione o videoart, poichè il suo lavoro, in continua mutazione, si muove fluidamente tra queste discipline, di fatto integrandole tutte. Come negli ultimi lavori della serie “A New Shape”. La continua ricerca su materiali diversi l'ha portato a sperimentare con metalli, ferro, acciaio inox e foglia d'oro che ha prodotto i lavori della serie "Origami" in cui il metallo è ripiegato su se stesso come fosse un foglio di carta dando origine a sculture in cui la superficie triangolare ora lucida, ora opaca, a volte ricoperta di foglia d'oro crea effetti sorprendenti di riflessi e rimandi, luci e ombre.