Il tema del cuore è divenuto negli anni cifra stilistica del suo lavoro e tema della sua ricerca: dagli esordi di matrice POP ai lavori della serie delle “Cartografie”, presentati alla 57^ edizione della Biennale Arte di Venezia (2017) presso il padiglione dell’Armenia. Cuore come sede della memoria individuale, cuore come simbolo di vita e amore nelle diverse culture umane, qui è riletto come cuore-luogo, territorio dell’anima e tavola mnemonica su cui registrare ogni azioni, reazioni ed eventi. Come i ricordi lasciano impressi nel cuore solchi indelebili, così ogni opera è una cartografia in cui le curve di livello fissano ogni evento tragico o felice. Il piccolo viaggiatore, unico segno di colore rosso sulla cartografia bianca o nera, scavata in solchi e linee, pare interrogarsi sul percorso da intraprendere. Ad illuminare la sua strada ecco intervenire l’intuizione dell’artista di utilizzare esternamente all’opera il supporto della Black Light o luce nera.
Con gli ultimi lavori della serie Fil Rouge, Daniela Forcella continua la sua ricerca nelle pieghe dell’anima. Materici, essenziali nella loro monocromia di bianco e nero, in essi ritorna il concetto di solco che diventa taglio nella tela. In questo lavoro di scavo emergono conflitti mai rimossi, traumi pesanti come pietre che affiorano dallo squarcio. Portarli alla luce è il primo passo per il loro superamento. Ora la riflessione intima dell’artista è traslata su un piano metafisico e si amplia in una visione universale: il suo cuore batte in sincronia con il cuore del mondo, le sue ferite sono quelle del mondo. Il filo rosso che unisce i lembi di una ferita aperta ma che si sta rimarginando è il segno tangibile di guarigione e di rinascita di un cuore che vuole ancora battere.
Daniela Forcella, vive e lavora a Milano, dove ha completato la sua formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, esprimendo fin da subito una forte inclinazione verso la Pop Art ed in particolare al tema della “ripetizione”.