Questa casa (non) è un museo

 

Una collezione d’ arte presuppone uno spazio idoneo per esporla. Pochi hanno la possibilità di avere a disposizione grandi ambienti dedicati, i più accolgono le opere nel proprio spazio domestico. L’innegabile vantaggio di avere sotto gli occhi tutti i giorni i frutti della propria passione di collezionisti o semplicemente di art lovers, di vivere giorno per giorno a contatto con i pezzi d’arte amati, può nascondere il rischio di trasformare la casa in un museo. Ricordare che ogni opera deve respirare e avere spazio intorno a sé e di conseguenza dosare il numero di opere per evitare il sovraffollamento delle pareti è la prima regola da osservare. Ma se proprio sono molte le opere da collocare, trovare un fil rouge che le leghi sia per autore, per tema, per tonalità cromatiche, insomma un elemento che  instauri un dialogo tra le opere muto ma percepibile allo sguardo. Le pareti devono essere concepite come quinte teatrali e come tali allestite e anche intonacate nella tonalità giusta per far risaltare l’opera da accogliere. Dopotutto, la casa è il proprio teatro domestico da vivere e non da visitare e contemplare come un museo.