L’evoluzione del percorso artistico di Simona Ripamonti, iniziato una quindicina d’anni fa, si legge nelle forme e nei materiali delle sue sculture. Dalle forme piene e tondeggianti delle prime sculture si arriva alle forme vuote e scolpite degli ultimi lavori, quasi che il lavoro di ricerca sui materiali l’abbia portata a lavorare per sottrazione anzichè per accumulo. Maturando la sua consapevolezza manuale è andata crescendo di pari passo la ricerca del significato, dove forma e contenuto arrivano a completarsi in una sintesi perfetta.
Come in tutte le operazioni di sintesi non sono ammesse inutili affettazioni o sovrabbondanze per cui la pulizia del segno permette di cogliere nitidamente il contenuto e arrivare all’essenza delle cose. Così le bottiglie e i birilli hanno lasciato il posto a lavori che già nei titoli denunciano un anelito alla leggerezza. E’ il caso degli ultimi lavori della serie dedicata alle farfalle in cui il marmo di Carrara e la pietra leccese acquistano un’insospettabile leggerezza nelle forme svuotate. Ma è proprio questo vuoto lasciato dalla materia a riempirsi magicamente di significato in opere dal titolo suggestivo ed evocativo come “ Il peso della leggerezza” o “Farfalle nelle stomaco”. Secondo Herman Hesse “La farfalla è un emblema sia dell’effimero, sia di ciò che dura in eterno. E’ il simbolo dell’anima”.
Simona Ripamonti si spinge ancora più in là sperimentando una materia apparentemente fragile e delicata come la porcellana per realizzare piccole opere leggere come soffi – petali delicati o battiti d’ali? – che lasciano il segno del loro esistere in ombre dorate o argentate di grande raffinatezza e dal significato profondo. L’”effetto farfalla” si rifà alla teoria del caos di Edward Lorenz secondo la quale piccole variazioni nelle condizioni iniziali producono grandi cambiamenti nel lungo termine. “Anche nella nostra vita risentiamo dell’effetto farfalla, perché ogni scelta, seppur piccola e insignificante, può condizionare fortemente il nostro futuro” afferma l’artista. Le sculture di Simona contengono un “soffio vitale” che ci permette di andare con lo sguardo oltre la forma e la materia per arrivare all’anima. La nostra.