Artista e docente di scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, Alessandra Porfidia (Roma, 1962) si occupa di scultura pubblica ed ambientale. Focus della sua ricerca personale e didattica è la relazione uomo-natura-artificio che si esplica nella relazione sostenibile tra paesaggio naturale e paesaggio antropico, tra natura e architettura. Le “costruzioni scultoree” di Alessandra Porfidia variano per dimensioni e materiali, ma sia le opere in ferro che quelle in marmo di piccole, medie o grandi dimensioni giocano sulla contrapposizione pieno/vuoto, luce/ombra. Il vuoto è infatti il protagonista costante del suo lavoro, un vuoto che si apre per includere e svelare lo spazio materico, concreto, pulsante della natura per suggerire altri sguardi sul mondo promuovendo una relazione tra fruitore-opera-spazio. “L’intento ultimo della mia ricerca artistica consiste in un’interpretazione del reale, inteso come sguardo consapevole: sia rivolto al confronto con le questioni contingenti più importanti, sia aperto a trasformare il nostro sguardo sul mondo rinnovando l’importanza delle relazioni, sia con l’ambiente naturale che umano. L’arte non è che l’occasione per restare in contatto con il reale grazie alla nostra sensibilità, alla dimensione interiore che ci permette di creare un ponte tra il visibile e l’invisibile generando trasformazione”. Arte come segno per restare vitali e vigili di fronte alla realtà, riconnettendo ognuno con la propria profonda dimensione del “sentire”. Il tema chiave della sostenibilità guida l’artista nella scelta di materiali di recupero industriale e naturali, assemblandoli con materiali industriali e innovativi come il composito di alluminio Alucoil Larcore, utilizzato per la realizzazione delle nuove sculture bianche di grande dimensione. A riprova che l’arte è figlia del suo tempo e può avvalersi di collaborazioni diverse, integrando la ricerca poetica di un artista con la tecnologia più avanzata.